lunes, 21 de marzo de 2011

Pintura - Tamara de Lempicka (1898-1980). Polonia.

http://www.corriere.it/cultura/eventi/2011/tamara/notizie/colonelli-tamara_c6e5a91e-4b1d-11e0-9e9a-b429a0ac9415.shtml

Tamara, la diva della pittura

La sensualità di forme e colori della Lempicka che ancora oggi rende gelosi i collezionisti



«Per quanto ci sia una differenza di concezione tra la mia pittura e la vostra, voi sapete bene che da quattro anni seguo con molto interesse l’ascesa della vostra arte, che amo soprattutto per una volontà costruttrice che informa ogni opera. I vostri ritratti sono un meraviglioso panorama della sensualità e della psicologia della carne». Il giudizio, rivolto da Enrico Prampolini a Tamara de Lempicka durante una sua visita all’atelier parigino della pittrice, è riportato in un articolo pubblicato il 5 marzo 1929 sul «Corriere Adriatico» da Francesco Monarchi, un intellettuale che si guadagnava da vivere inviando pezzi a giornali e riviste. Ignorato finora dagli storici dell’arte che si sono occupati di Tamara de Lempicka, l’articolo è stato ritrovato da Gioia Mori, curatrice della mostra che si inaugura oggi al Vittoriano. «Un documento importantissimo — commenta la studiosa — perché testimonia i rapporti di Lempicka con il futurismo italiano e il suo legame, finora sconosciuto, con Prampolini».




Non è l’unica novità presente nella rassegna romana, organizzata a cinque anni di distanza da quella allestita al Palazzo Reale di Milano. Al Vittoriano vengono esposti per la prima volta sei dipinti di cui si erano perse le tracce e che Gioia Mori ha ritrovato, grazie—dice—anche al lavoro di Alessandro Nicosia e della sua società Comunicare Organizzando. Tra i quadri recuperati, il Portrait de Madame P., il Vieillard e una Maternité, noti solo attraverso vecchie fotografie in bianco e nero. Il Portrait de Madame P., dipinto dall’artista nel 1923, quando ancora si firmava Monsieur Lempitzky declinando alla maniera russa il nome polacco del marito Tadeusz, era apparso l’ultima volta proprio a Milano, nella mostra organizzata nel 1925 dal conte Emanuele Castelbarco. Poi era scomparso. Mori ha individuato il primo proprietario e da lì, seguendo numerose ramificazioni ereditarie, è riuscita a scovare il quadro in America.

La sorpresa più grande sono stati i colori: rosso mogano per i capelli, verde intenso per i grandi occhi e varie tonalità di verde anche per le case della città in salita, sfumature di tortora per la sciarpa. Tutti esaltati dal contrasto con il nero del cappotto e dell’albero che attraversa lo sfondo. Madame P. è Ira Perrot, una delle donne amate da Lempicka. Un’altra fu la bella Rafaëla. I suoi cinque nudi, riuniti per la prima volta, occupano un’intera parete della mostra. La parete vicina all’ingresso è invece ricoperta dai quadri in blu, il colore che domina nella Nature morte aux citrons, in un Portrait de femme del 1930 in Le téléphone, nella sciarpa svolazzante del Portrait de madame M.. Si tratta di un blu particolare, che si ritrova dai primi quadri degli anni Venti fino agli anni Quaranta e che testimonia il legame di Lempicka con San Pietroburgo, dove la tonalità era presente nella carta da parati di ogni casa della città e dove era chiamata anche «blu Benois», dal nome dello scenografo amico di Diaghilev che l’aveva usata in molti suoi lavori.
Tra le novità dell’esposizione, anche una cinquantina di fotografie d’epoca, un film amatoriale degli anni Trenta che ritrae la pittrice in giro per Parigi con l’amica Perrot, tredici dipinti di artisti polacchi che Lempicka frequentò in Francia e a Varsavia e che raccontano il rapporto con l’arte contemporanea della sua patria. Numerose anche le opere che arrivano per la prima volta in Italia, come i cinque dipinti della collezione di Jack Nicholson e i due di Anjelica Huston. «Lo sforzo più grande—dice Mori—è stato recuperare tutti i quadri, anche quelli che erano già apparsi nella mostra di Milano, perché negli ultimi due anni, con la crisi, sono passati di mano almeno trenta dipinti. E, stranamente, si è ripetuto quello che successe nel ’29. Anche allora, come oggi, il settore dell’arte fu il più colpito ma Tamara era l’unica che vendeva, a tanti biglietti di banca, come riferiscono i quotidiani dell’epoca. Nel 2009 i prezzi dei suoi quadri continuavano a lievitare: il Portrait de madame M. è stato acquistato per sette milioni di euro».
Lauretta Colonnelli

OBRAS:


http://es.wikipedia.org/wiki/Tamara_de_Lempicka

Tamara de Lempicka o Tamara Łempicka (pronunciado Uempitsca), nacida Maria Górska, (Varsovia, 16 de mayo de 1898 - Cuernavaca, 18 de marzo de 1980) fue una pintora polaca que destacó por la belleza de sus retratos femeninos, de pleno estilo art decó.
Nació en el seno de una familia acaudalada, siendo desde pequeña una niña autoritaria y con carácter. En 1910 pinta su primer trabajo, el retrato de su hermana. En 1911 hace con su abuela un viaje a Italia, donde descubre su pasión por el arte.
En 1916 se casó en San Petersburgo con el abogado polaco Tadeusz Łempicki. Aunque llevaban una vida lujosa en San Petersburgo, la Revolución de octubre encarceló a Tadeusz, pero ella lo sacó de prisión y se trasladaron a Copenhague. En 1923 se trasladaron a París, donde nació su hija, Kizette. Tamara tomó clases de pintura con André Lhote.
Más tarde expuso en varias galerías de París, ya en estilo art decó, como en la galería Colette Weill.
En 1925 tuvo un lugar en la primera exposición art decó de París, donde se hizo un nombre como artista. Más tarde viajaría con Kizette a Italia para observar de nuevo el arte italiano. En 1927, Kizette en el balcón recibe el primer premio en la Exposición Internacional de Burdeos.
En 1929 se divorcia de Tadeusz y conoce al barón Raoul Kuffner, un coleccionista de su obra. Junto a él, viaja a Estados Unidos. Allí, pese a su orientación bisexual, Tamara acepta casarse con el barón. Se hace famosa entre la burguesía neoyorquina y expone en varias galerías estadounidenses y europeas. En 1933 viaja temporalmente a Chicago donde trabaja con Willem de Kooning y Georgia O'Keeffe. En 1938 se van a vivir a Beverly Hills.
En 1941 Kizette se va a vivir con su madre. En 1960, Tamara cambia de estilo, pasándose al abstraccionismo. En 1962, muere el barón.
El 18 de marzo de 1980, Tamara de Lempicka muere en Cuernavaca (México). Kizette, complaciendo el sueño de su madre, acompañada del escultor Víctor Contreras (heredero de gran cantidad de las obras de la pintora), subió a un helicóptero y fue a arrojar sus cenizas en el cráter del volcán Popocatépetl.

Obra

Su obra se basa en retratos femeninos. Siguiendo el estilo de la pintura art decó, pinta mujeres etéreas, aunque a la vez férreas; son sus mejores ejemplos, junto con los desnudos. Sus influencias principales son Botticelli, Bronzino, el retrato manierista en general, y el Cubismo, pero sin llegar al arte abstracto. Por ejemplo "La mujer dormida". También retrató a su hija en varias ocasiones y a personas relacionadas con la burguesía artística de París y Nueva York. Su estética ha atraído a estrellas del espectáculo como Barbra Streisand y Madonna, de quienes se dice que coleccionaban sus pinturas. Madonna se inspiró en esta pintora para su video musical Vogue de 1990. También aparece un cuadro de Tamara en el de Open your heart, de la misma cantante.













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